Un ordinario pomeriggio di corsa

Dopo due giorni di trasloco, torno in albergo con la testa che mi scoppia. Ci sarebbero delle ripetute da fare, ma tra mal di testa, i tuoni che minacciano tempesta, decido che sarà per un altro giorno. Ma so anche che mi sto prendendo per il culo. Uscirò a correre perché il prezzo della disciplina è sempre meno doloroso di quello del rimpianto. Guardo il primo tempo della partita della Germania, e prima che cominci il secondo tempo, sono fuori. Dopo le prime ripetute, la testa mi fa meno male e si chiaro, per l’ennesima volta, il perché del nostro correre. Altro che panadol, acido acetilsalicico o altro… qualche passo di corsa e anche il mal di testa se ne va… Sento le gambe un po’ pesanti ma cerco di non mollare. Dopo le prime ripetute da 200 metri, comincio quelle da 400, convinto di doverne fare quattro. Dopo le prime tre, scopro che sono sei. No problem, anche se fossero state dieci, le avrei fatte tutte, come sempre. Ogni giro sono 800 metri, 400 in discesa, 400 in salita. Ovviamente, le ripetute sono in salita, il recupero in discesa, ma no problem, penso per un attimo di sfalsare il giro per correre le ripetute in discesa, ma lo scaccio nel momento stesso che lo formulo. Mentre corro sbircio i televisori dentro allo Zebu Club, il bar-ristorante dell’albergo dove mi trovo. La Svezia vince, la Germania pareggia. Finisco i miei giri, 8.6 chilometri abbondanti, corsi alla media di 4’46”. Per come ero partita, va benissimo.
Torno a casa, la Germania ha perso, fuori dai mondiali… quasi quasi mi dispiace… No, non è vero!



Commenti

IlCorsaro ha detto…
io ho goduto come una maiala in calore alla sconfitta dell'alemannia. ma non si dorme sugli allori: ora bisogna cacciare la franza :))
dove sei di bello?
Karim ha detto…
Etiopia, mio caro, in Etiopia, ma già in partenza verso altri lidi (Kenya??). Forza Brasile!