Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo...
Leggo i giornali di oggi, le notizie di casa nostra, e la memoria mi torna a un pezzo di Andrea Scanzi di qualche settimana fa, da cui traggo alcune frasi che incollo qui sotto. L’altro ieri, c’era ancora euforia per l’imminente fine del cainano, ieri qualche dubbio, oggi una quasi certezza che il 14 dicembre sarà un giorno come un altro.
“Non so quando è successo, se ci sia stato un giorno esatto o se piuttosto sia sempre andata così, ma a un certo punto molti – me compreso – si sono sentiti stranieri nella propria terra.”
“Non so chi sia stato a cantare – eppure mi pareva di conoscerlo – che non si sentiva italiano, ma per fortuna o purtroppo lo era. Ho però il timore, ieri come oggi, che il Purtroppo avesse più frecce nell’arco del Per Fortuna.”
“Non so quando non mi è bastato più un Mondiale di calcio per sentirmi appartenente al mio paese. Quando non è più stato sufficiente definirsi di sinistra per sentirsi nel Giusto. Quando troppe anime candide della mia parte teorica mi sono sembrate null’altro che queruli polli di allevamento. Utili idioti, senza sapere di essere né l’uno né (soprattutto) l’altro.”
“Non so quando ho avuto, io come tanti, la precisa sensazione di essere diverso e certamente solo. Incapace di sopportare il buon senso comune, ma neanche la retorica del pazzo; il non aver più voglia di assurde compressioni, ma nemmeno di liberarmi a cazzo; il non volere più velleitarie mescolanze con nessuno, senza però per questo sposare la legge dilagante del fatti i cazzi tuoi (re-cit).”
“Non so nemmeno perché non mi abbiano munito del cromosoma-cronaca-nera. E sì che farebbe pure comodo. Magari vincerei un viaggio premio ad Avetrana, weekend lungo con camera vista cimitero.”
“Non so quindi, tutto considerato e centrifugato, se sia assolutorio ritenere Silvio Berlusconi l’unico colpevole di questo sfacelo politico, umano, morale. O se piuttosto, parafrasando Indro Montanelli, non sia lui a rappresentare al meglio il peggio degli italiani. L’italiano qualunque, che non ha mai letto un libro, che ancora chiama froci i gay, che non sa cosa sia il bunga bunga ma vorrebbe comunque provarlo, perché intuisce – in base ai propri algoritmi elementari – che ha a che fare col sesso, i night, la fica (uh). L’italiano vorrei-ma-non-posso, lamentoso a parole e servo nei fatti, ossequioso del potente, che sprizza ignoranza da ogni fetido poro della pelle. Incline alla comicità assolutoria, allergico alla satira che vorrebbe aprir le menti (e con esse gli occhi). Pettegolo e bigotto. Instancabile nel correre in soccorso del vincitore, geneticamente proteso verso il Culto della Furbizia. Dell’evasione fiscale, della battuta maschilista, della xenofobia a casaccio. Del qualunquismo bolso. Del martufellismo greve. Dell’ebbrezza natalizia per un peto lanciato a caso dal De Sica sbagliato.”
“Non so quando è successo, ma c’è stato un momento – preciso – in cui siamo caduti così in basso che perfino Filippofacci è sembrato un giornalista. Fabiofazio uno di sinistra. Berlusconi un liberista. Calderoli un antigolpista. E’ stato un momento in cui l’unica salvezza dell’Italia è stata smettere di essere italiani. O – chissà – ricominciare daccapo. Stavolta sul serio.”
Allora, copio e incollo pari pari il post di Vittorio Zucconi apparso ieri:
“Ho deciso di fare il tifo (l’espressione calcistica calza bene a questi giorni di frenetico mercato di parlamentari di serie B comperati un tanto al chilo come le schiappe buone solo per la Coppa Italia) perché la maggioranza si salvi buttando la palla in corner nel “Dies Irae”, il 14 prossimo. La cosa peggiore che potrebbe capitarci sarebbe infatti una caduta di questo governo zombie per un paio di voti di differenza, soltanto perché qualcuno ha l’influenza e qualcun altro non si è messo d’accordo sul prezzo della marchetta, creando, nei disperati “boia chi molla” del berlusconismo in stato di avanzata decomposizione, la sindrome del martirio e della “pugnalata alle spalle”. La lunga notte del berlusconismo, che è la malattia senile e l’entropia finale del miracolo economico post bellico, deve fare il proprio corso e consumarsi fino in fondo, facendoci pagare tutto e senza saldi di fine stagione, se vogliamo avere la speranza di guarire e di ricominciare. Un “Berlusconus Interruptus” sarebbe soltanto l’ennesima manifestazione della nostra incapacità storica di vivere fino in fondo le conseguenze dei nostri errori e di accettare le responsabilità delle nostre scelte, così creando le premesse per ripetere gli stessi errori.”
Potrei avere anche paura del conto che dovremmo pagare alla fine, ma non so quando è successo, se sia stato un giorno preciso o se sia stato un lento procedere, ma non me ne frega più un cazzo. Fate quello che vi pare, io bado solo ai cazzi miei e della mia famiglia. Avrei voluto dare di più, ma ormai non ho più l’età. Non ho più il cuore che avevo a 18 anni, ma ho più cervello. Non sono un eroe, sono solo uno che cerca di guardare oltre la punta del mio naso, verso l’orizzonte, oltre le frontiere di questo paese.
Oggi, uscita alle 5 e 27 minuti. Primi 2 chilometri di riscaldamento, poi progressione fino al chilometro 10, poi un risentimento all’interno coscia sinistro, uguale a quello avuto durante la maratona di Firenze. Mi fermo, massaggio la parte e riparto con cautela. Chiudo con la solita salita di via Dandolo per un totale di quasi 16 chilometri a 4’26” di media. Ora la coscia mi fa ancora un po’ male. Se dovesse passare, domani un giro molto lento e domenica vado alla conquista del muro dei 40’. Se non mi passa, riposo un giorno in più e domenica vado alla conquista dei 40’. Se continua a farmi male pure sabato e domenica, tiro i remi in barca, mi faccio una bella passeggiata a Fiumicino con famiglia e il muro dei 40’ lo lascio stare.
Buone corse!
“Non so quando è successo, se ci sia stato un giorno esatto o se piuttosto sia sempre andata così, ma a un certo punto molti – me compreso – si sono sentiti stranieri nella propria terra.”
“Non so chi sia stato a cantare – eppure mi pareva di conoscerlo – che non si sentiva italiano, ma per fortuna o purtroppo lo era. Ho però il timore, ieri come oggi, che il Purtroppo avesse più frecce nell’arco del Per Fortuna.”
“Non so quando non mi è bastato più un Mondiale di calcio per sentirmi appartenente al mio paese. Quando non è più stato sufficiente definirsi di sinistra per sentirsi nel Giusto. Quando troppe anime candide della mia parte teorica mi sono sembrate null’altro che queruli polli di allevamento. Utili idioti, senza sapere di essere né l’uno né (soprattutto) l’altro.”
“Non so quando ho avuto, io come tanti, la precisa sensazione di essere diverso e certamente solo. Incapace di sopportare il buon senso comune, ma neanche la retorica del pazzo; il non aver più voglia di assurde compressioni, ma nemmeno di liberarmi a cazzo; il non volere più velleitarie mescolanze con nessuno, senza però per questo sposare la legge dilagante del fatti i cazzi tuoi (re-cit).”
“Non so nemmeno perché non mi abbiano munito del cromosoma-cronaca-nera. E sì che farebbe pure comodo. Magari vincerei un viaggio premio ad Avetrana, weekend lungo con camera vista cimitero.”
“Non so quindi, tutto considerato e centrifugato, se sia assolutorio ritenere Silvio Berlusconi l’unico colpevole di questo sfacelo politico, umano, morale. O se piuttosto, parafrasando Indro Montanelli, non sia lui a rappresentare al meglio il peggio degli italiani. L’italiano qualunque, che non ha mai letto un libro, che ancora chiama froci i gay, che non sa cosa sia il bunga bunga ma vorrebbe comunque provarlo, perché intuisce – in base ai propri algoritmi elementari – che ha a che fare col sesso, i night, la fica (uh). L’italiano vorrei-ma-non-posso, lamentoso a parole e servo nei fatti, ossequioso del potente, che sprizza ignoranza da ogni fetido poro della pelle. Incline alla comicità assolutoria, allergico alla satira che vorrebbe aprir le menti (e con esse gli occhi). Pettegolo e bigotto. Instancabile nel correre in soccorso del vincitore, geneticamente proteso verso il Culto della Furbizia. Dell’evasione fiscale, della battuta maschilista, della xenofobia a casaccio. Del qualunquismo bolso. Del martufellismo greve. Dell’ebbrezza natalizia per un peto lanciato a caso dal De Sica sbagliato.”
“Non so quando è successo, ma c’è stato un momento – preciso – in cui siamo caduti così in basso che perfino Filippofacci è sembrato un giornalista. Fabiofazio uno di sinistra. Berlusconi un liberista. Calderoli un antigolpista. E’ stato un momento in cui l’unica salvezza dell’Italia è stata smettere di essere italiani. O – chissà – ricominciare daccapo. Stavolta sul serio.”
Allora, copio e incollo pari pari il post di Vittorio Zucconi apparso ieri:
“Ho deciso di fare il tifo (l’espressione calcistica calza bene a questi giorni di frenetico mercato di parlamentari di serie B comperati un tanto al chilo come le schiappe buone solo per la Coppa Italia) perché la maggioranza si salvi buttando la palla in corner nel “Dies Irae”, il 14 prossimo. La cosa peggiore che potrebbe capitarci sarebbe infatti una caduta di questo governo zombie per un paio di voti di differenza, soltanto perché qualcuno ha l’influenza e qualcun altro non si è messo d’accordo sul prezzo della marchetta, creando, nei disperati “boia chi molla” del berlusconismo in stato di avanzata decomposizione, la sindrome del martirio e della “pugnalata alle spalle”. La lunga notte del berlusconismo, che è la malattia senile e l’entropia finale del miracolo economico post bellico, deve fare il proprio corso e consumarsi fino in fondo, facendoci pagare tutto e senza saldi di fine stagione, se vogliamo avere la speranza di guarire e di ricominciare. Un “Berlusconus Interruptus” sarebbe soltanto l’ennesima manifestazione della nostra incapacità storica di vivere fino in fondo le conseguenze dei nostri errori e di accettare le responsabilità delle nostre scelte, così creando le premesse per ripetere gli stessi errori.”
Potrei avere anche paura del conto che dovremmo pagare alla fine, ma non so quando è successo, se sia stato un giorno preciso o se sia stato un lento procedere, ma non me ne frega più un cazzo. Fate quello che vi pare, io bado solo ai cazzi miei e della mia famiglia. Avrei voluto dare di più, ma ormai non ho più l’età. Non ho più il cuore che avevo a 18 anni, ma ho più cervello. Non sono un eroe, sono solo uno che cerca di guardare oltre la punta del mio naso, verso l’orizzonte, oltre le frontiere di questo paese.
Oggi, uscita alle 5 e 27 minuti. Primi 2 chilometri di riscaldamento, poi progressione fino al chilometro 10, poi un risentimento all’interno coscia sinistro, uguale a quello avuto durante la maratona di Firenze. Mi fermo, massaggio la parte e riparto con cautela. Chiudo con la solita salita di via Dandolo per un totale di quasi 16 chilometri a 4’26” di media. Ora la coscia mi fa ancora un po’ male. Se dovesse passare, domani un giro molto lento e domenica vado alla conquista del muro dei 40’. Se non mi passa, riposo un giorno in più e domenica vado alla conquista dei 40’. Se continua a farmi male pure sabato e domenica, tiro i remi in barca, mi faccio una bella passeggiata a Fiumicino con famiglia e il muro dei 40’ lo lascio stare.
Buone corse!
Commenti
"Perchè io sarò sempre d'accordo con una minoranza di persone". ;-)
che ti devo dire fra dieci anni ci ritroveremo nella merda!
cmunque sappi ce anche una buona notizia ce ne per tutti :)
Sia chiaro che non sono Berlusconiano (ho cmq ribrezzo per i comunisti ma questa è un'altra storia) ma se la campagna dell'opposizione sarà sempre quella di demonizzare il Silvio sicuramente non vinceranno mai!
si comincia con la paura degli alieni e si finisce col temere anche il parente, ma è solo paura di vivere....
ps. ma non eri romulano (de roma), tu?? :D
(sibillina-zen).
luciano er califfo.
è proprio con questo atteggiamento (quello del tuo commento intendo) che la gente continuerà a votarlo. lo sappiamo tutto, purtroppo, quello che è etc etc ma le alternative?i programmi? i numeri? l'opposizione non ha un cazzo di niente, mi spiace, davvero tanto, vorrei poter scendere in piazza x un mondo migliore con quella gente si ritornerebbe all'italia delirante del governo prodi...
Karim, a proposito... ho finito ora 14 km a 4 e 35 e sono anche stanco. Erano saliscendi ma insomma, se a Roma non fo fatica a starti davanti tu sei un brodo.
;)
Mi annichilisce ogni volta.
1) uscire dall'euro che rende le nostre merci e i nostri costi artificialmente alti
2) difendere fino alla morte il posto di lavoro, cancellare la legge biagi, non toccare lo statuto dei lavoratori.
solo così si impedisce la delocalizzazione industriale che è l'unico vero problema.
altrimenti non ci sono nè personaggi, nè programmi, nè partiti, nè buona volontà in grado di salvarvi.
ma forse è meglio tornare alla povertà... povertà = umanità... almeno abbandonerete i consumismi e fighettismi idioti degli ultimi decenni.
er califfo.
non è che insisto a dire una cosa o nel dire che nessuno mi è simpatico, insisto nel dire che la maggioranza degli italiani sente di non avere alternative, se no come ti spieghi che c'è ancora lui al potere???
Califfo
tutto vero, ma la via per raggiungere questi obiettivi dove la prendiamo?? Dimmelo che mi infilo le scarpe...non è ironia la mia!!
intanto cominciamo a ritornare in noi, ricominciamo a riconoscere le menzogne con cui ci hanno ubriacato per decenni, ricominciamo ad avere coscienza di qual'è il NOSTRO interesse (che è diverso da quello del grande capitale, dei marPionne, delle marcegaglia)... poi se son rose fioriranno... e le rose hanno le SPINE.
luciano er califfo.
ecco forse ci siamo....illuminazione: all'italia serve lo Steve Jobs di turno che sa di cosa abbiamo bisogno ma che invece noi non sappiamo, può essere corretto? Perchè califfo, sono sincero, io stesso fatico a capire quale sia il VERO NOSTRO INTERESSE, passami il paragone: un pò come quando seguiamo una tabella per la corsa, PENSIAMO che faccia per noi ma magari (spesso probabilmente) non è cosi...
ora, se tu sei miliardario e muovi soldi internazionalmente (non ti conosco ma te lo auguro) il tuo interesse coincide con quelli marchionnici-marcegaglici.
ma se sei un pesce piccolo, non credo che ti convenga cedere ai ricatti di quelli lì, che vogliono solo riportare il lavoratore allo stato di schiavitù e aumentare ulteriormente la loro fetta di torta (già abbondante).
la fiat, dopo aver scroccato allo stato 100miliardi (7% dell'intero debito pubblico) finiti in massima parte nei conti nei paradisi fiscali dei suoi pezzi grossi, invece di ringraziare se ne va in america (dove sindacati imbecilli hanno accettato il DIMEZZAMENTO del salario) e in brasile (dove il salario è già basso), a meno che anche i dipendenti italiani non accettino condizioni-capestro.
se tu accetti il ricatto oggi, domani te ne faranno uno peggiore.
è da craxi che, bombardati dai media, accettiamo condizioni capestro (dall'epoca della suicida rinuncia alla scala mobile) e mi pare che quest'accettazione abbia prodotto esiti negativi, i giovani vengono assunti solo precari a 500 euro al mese, girano pochi soldi, tra poco crollerà anche l'immobiliare, e dei soldi dati alla fiat il conto te lo presentano a te.
er califfo.
Ma che cazzo di governo possiamo MERITARCI allora?
E adesso basta con tutte ste chiacchiere che c'ho il panino co' la mortazza e il grande fratello che m'aspettano.