Phuket, arrivo.

E' appena giorno a Jakarta, sono le sei, l'aria e' ancora fresca, l'umidita' alta. Come sempre. Sono sul bordo della piscina. Devo tuffarmi, ma il pensiero del contatto con l'acqua fredda mi trattiene. Mi tuffo. Passano i primi cento metri. Penso che la vita e' strana. Colpa del bioritmo. Delle configuazioni astrali. L'oroscopo. Aprile, maggio, due mesi molto buoni. Tanto sport ogni giorno, corsa, nuoto, bici, al lavoro tutto perfetto. Duecento metri. La famiglia era lontana, la forma fisica e mentale al top, la vita affettiva a zero. Corsa, bici, nuoto, lavoro, e le serate passate a casa a guardare qualche film dopo aver mangiato e lavato i piatti. Trecento metri. Giugno. Un dolore al tendine d'achille, sempre lui, maledetto. Saranno state le nuove Adizero, troppo leggere per il mio tipo di corsa? Ci si mette anche il lavoro. Calano i ritmi d'allenamento. Vado a Roma a chiudere casa e recuperare la famiglia. Quattrocento metri. I giorni passano. La bici si scassa, i freni non funzionano. Provo a ripararla da me, mi mancano gli attrezzi e lascio stare, tanto la voglia ormai e' sotto ai piedi. Cinquecento metri. E pensare che fino a poche settimane fa questo era il mio limite. Nonostante il poco allenamento ci arrivo senza problemi, almeno una buona notizia. Seicento metri. La famiglia e' qua, una gioia tornare a casa, divertirmi con le mie donne in piscina, vedere la grande che impara a nuotare e la piccola che ogni giorno prende piu' confidenza con l'acqua. Le serate insieme a casa o in giro per la citta'. Al mattino le colazioni insieme. Quanto mi mancavano questi momenti. Settecento metri. Il 70.3 di Phuket, rimarra' un'illusione oppure no? La distanza olimpica la gestivo abbastanza tranquillamente a fine maggio/primi di giugno prima di farmi male. Il 70.3 e' tutta un'altra cosa, ma con costanza e dedizione si puo' fare. Ottocentro metri. Costanza, dedizione. Riusciro' a ritrovare la routine d'allenamento necessaria per essere pronto a dicembre? Mi devo dare una mossa. Devo guarire da questa tendinite. E' da piu' di un anno ormai che mi tormenta. Non correro' fino a quando non saro' guarito del tutto, poi riprendero'. Devo aggiustare la bici, porca troia, devo continuare a svegliarmi alle 5 e 30 ogni mattina e tuffarmi in piscina, senza trovare scuse. Novecento metri. Devo riuscire ad incastrare il tutto senza rompere l'equilibrio trovato con la mia famiglia. Per il momento mi concentro sul nuoto, la mattina presto. Quando saro' guarito del tutto, al mattino alternero' corsa e bici, e ridurro' il nuoto a tre volte a settimana. Avro' bisogno del sostegno di mia moglie e sono sicuro che me lo dara'. E' il regalo che ti chiedo per i miei 41 anni. Mille metri. Vorrei andare avanti, ma non posso, fra poco devo uscire per andare al lavoro. Mi sento bene. Tutto e' piu' chiaro. Phuket, arrivo.

Commenti

Master ha detto…
Karim, la bici falla aggiustare da chi è pratico, quella è la sola cosa a cui devi fare mooolta attenzione!
Per il resto c'è Karim, e li non ci sono problemi! ;)
MauroB2R ha detto…
tira dritto, e a tutta, vedrai che l'obiettivo verrà raggiunto.
abbastanza invidioso della tua piscina "personale"!! :-D
Karim ha detto…
Ciao Master! Si, non mi azzardo a metterci le mani, per il resto... Ti tengo aggiornato!

Mauro, si, m'invidio anch'io, anche perché fra un paio di settimane questo lusso sarà solo un ricordo. Ci trasferiremo in una casa e col cavolo che avrò la piscina in giardino!
Drugo ha detto…
Consiglio anche io di aggiustare la bici, correre senza freni è elettrizzante ma si rischia anche di usurare ginocchia e gomiti sull'asfalto.