Le misteriose gare dell’early morning runner
La gara di Ostia è andata, 2 ore e 22 minuti, media di 4’45”/k. Alla vigilia mai avrei pronosticato una tale media, ero abbastanza sicuro di stare intorno a 4’30” e finire abbastanza fresco, considerando le ultime uscite d’allenamento. In gara, chissà perché, e rimane un mistero, vado molto più piano soffrendo molto di più. Sono partito abbastanza tranquillo, sicuro di aumentare con il passare dei chilometri e chiudere bene, e così è stato fino a circa il 20esimo chilometro. Mi sentivo bene ed era un sorpassare continuo. Le gambe giravano che erano una bellezza ed il fiato era sotto controllo. Poi, ad un certo punto, è apparso il solito dolore alla milza della gara (mai in allenamento). Ho rallentato ma c’ha messo più di 5 chilometro a passare del tutto. A quel punto ero comunque cotto, come quella pasta che è cruda e un minuto dopo è scotta. Uguale. All’uscita della pineta incontro Yogi, un saluto veloce, poi raggiungo un compagno di squadra e subito dopo la salitina che porta verso lo stadio sono costretto a fermarmi per rimettere l’acqua che avevo bevuto (mezzo bicchiere ad ogni rifornimento…). Nell’ultimo chilometro sarò costretto a fermarmi ancora un paio di volte.
Archivio questa gara come l’ennesimo mistero della trasformazione che subisco tra allenamenti e gare. Perché in gara mi vengono dolori alla milza e strette allo stomaco mentre in allenamento mai? Perché in allenamento senza forzare vado 10-15” più veloce che in gara?
Ho chiamato Giacobbo per farne una puntato di Voyager.
Non sono per niente contento del tempo ottenuto, per niente contento della media finale, ancora meno della flessione nella seconda parte di gara. Sono però contento di aver portato a termine la gara, sono contento di non aver mollato quando ne avevo una gran voglia, soprattutto lungo il pezzo della Cristoforo Colombo e sono contento di essere un runner.
Detto questo, fa un freddo cane e questa mattina non me la sono sentita di correre.
Buone corse!
Archivio questa gara come l’ennesimo mistero della trasformazione che subisco tra allenamenti e gare. Perché in gara mi vengono dolori alla milza e strette allo stomaco mentre in allenamento mai? Perché in allenamento senza forzare vado 10-15” più veloce che in gara?
Ho chiamato Giacobbo per farne una puntato di Voyager.
Non sono per niente contento del tempo ottenuto, per niente contento della media finale, ancora meno della flessione nella seconda parte di gara. Sono però contento di aver portato a termine la gara, sono contento di non aver mollato quando ne avevo una gran voglia, soprattutto lungo il pezzo della Cristoforo Colombo e sono contento di essere un runner.
Detto questo, fa un freddo cane e questa mattina non me la sono sentita di correre.
Buone corse!
Commenti
luciano er califfo.
Io faccio il contrario in allenamento non vado mai + veloce di 4.45 e in gara mai + piano.
Forse il tuo problema è che arrivi alla gara senza aver recuperato del tutto la fatica degli allenamenti.
Forse era solo una giornata storta con la temperatura che si è abbassata improvvisamente.
Forse sei troppo magro. Comunque mi sembra che tu abbia avuto un problema fisico contingete. Io sto cominciando a fare come Giancarlo ma prima correvo sempre più veloce possibile in funzione dell'allenamento programmato.
Staremo a vedere quali saranno i miei risultati. Non so quale teoria sposare. ognuno di noi reggisce in modo diverso.
30 km poi non sono pochi e la crisi può arrivare. Ci stà. Prova con una gara più corta e poi eventualmente chiederemo lumi al Divino Otelma.
non è la prima volta che karim fa splof in gara.
se lo allenassi io gli darei tante di quelle frustate da far apparire la passione di mel gibson mary poppins.
gliel'ho gia detto ma nun ce sente a sta recchia: il motivo è proprio che va troppo forte in allenamento!
luciano er califfo.
Oltretutto quando ti alleni non sembri finire cotto quindi non dovrebbe nemmeno essere che non riesci a recuperare..