Il lungo della domenica
Splende il sole sopra Roma questa mattina, splende il sole dentro di me ripensando al lungo di ieri… Domenica mattina, sveglia alle 6, ma grazie all’ora legale o solare, sono le 5. Ho in mente di fare un lungo, non so quanto, non so dove, non so a quanto, so solo che ho voglia di correre il più a lungo possibile. Tutti gli altri dettagli li scoprirò strada facendo.
Ore 5 e 30, sono per strada, il tempo di captare i satelliti, e giù per via dei 4 venti, in discesa. Il primo chilometro se ne va in 4’23”, forse un po’ veloce, forse, ma potrò scoprirlo solo se ci provo. Decido di andare avanti così, al limite scoppierò, bestemmierò, ma almeno avrò provato. Man mano che scorrono i chilometri, sempre sul passo 4’30”, delineo la strada. Seguirò il tevere fino al viadotto della magliana, da lì passerò dall’altra parte, colosseo quadrato, riprenderò la marconi, taglierò fino alla colombo, quindi appia, tomba di cecilia metella, via dell’almone appia nuova, san giovanni, santa maria maggiore, villa borghese, quindi san pietro e via delle mura aureliane fino a casa.
Alla fine, il GPS mi darà un totale di 36 chilometri, corsi in 2 ore e 42 minuti ad una media di 4’30” precisi. Secondo la mappa di runahead.com, sono 36.7 chilometri, quindi una media di 4’26”. Le cifre indicano anche un prezioso split negativo, 1 ora 21’e 28” la prima metà, un minuto in meno la seconda metà. Ma sono semplici cifre che cambiano poco al discorso generale.
Rispetto al lungo della settimana scorsa, tutta un’altra storia. 8 giorni fa, sono partito molto cauto, cominciando a spingere dal ventesimo in poi. Ieri, ho iniziato subito con un passo più aggressivo, che sono riuscito a tenere senza troppa difficoltà.
Le sensazioni sono state belle lungo tutto il percorso, anche durante l’ultima, terribile salita di Via delle mura aurelie, che Janco conosce bene. Ho tenuto bene arrivando in cima a 4’45”/k di media, e sparendo un ultimo chilometro a 4’25” una volta arrivato in cima. L’euforia che ho provato una volta terminata la corsa è l’essenza del perché corriamo. Una scarica di endorfine che ti fa sentire… semplicemente vivo (capita poi che appena entri dentro casa qualcuno riesca a spazzare via tutte le endorfine, ma questo è un altro discorso).
Il mese di ottobre si chiude con 300 chilometri di corsa, in netto aumento rispetto ai mesi precedenti (tutti sui 260 chilometri), dovuto soprattutto ai 4 lunghi domenicali che mi sono sparato (30, 32.5, 35, 36.5).
Fuori splende il sole, ripenso a ieri e mi sento forte, abbastanza per affrontare questa giornata in un ufficio deserto.
Buone corse.
Ore 5 e 30, sono per strada, il tempo di captare i satelliti, e giù per via dei 4 venti, in discesa. Il primo chilometro se ne va in 4’23”, forse un po’ veloce, forse, ma potrò scoprirlo solo se ci provo. Decido di andare avanti così, al limite scoppierò, bestemmierò, ma almeno avrò provato. Man mano che scorrono i chilometri, sempre sul passo 4’30”, delineo la strada. Seguirò il tevere fino al viadotto della magliana, da lì passerò dall’altra parte, colosseo quadrato, riprenderò la marconi, taglierò fino alla colombo, quindi appia, tomba di cecilia metella, via dell’almone appia nuova, san giovanni, santa maria maggiore, villa borghese, quindi san pietro e via delle mura aureliane fino a casa.
Alla fine, il GPS mi darà un totale di 36 chilometri, corsi in 2 ore e 42 minuti ad una media di 4’30” precisi. Secondo la mappa di runahead.com, sono 36.7 chilometri, quindi una media di 4’26”. Le cifre indicano anche un prezioso split negativo, 1 ora 21’e 28” la prima metà, un minuto in meno la seconda metà. Ma sono semplici cifre che cambiano poco al discorso generale.
Rispetto al lungo della settimana scorsa, tutta un’altra storia. 8 giorni fa, sono partito molto cauto, cominciando a spingere dal ventesimo in poi. Ieri, ho iniziato subito con un passo più aggressivo, che sono riuscito a tenere senza troppa difficoltà.
Le sensazioni sono state belle lungo tutto il percorso, anche durante l’ultima, terribile salita di Via delle mura aurelie, che Janco conosce bene. Ho tenuto bene arrivando in cima a 4’45”/k di media, e sparendo un ultimo chilometro a 4’25” una volta arrivato in cima. L’euforia che ho provato una volta terminata la corsa è l’essenza del perché corriamo. Una scarica di endorfine che ti fa sentire… semplicemente vivo (capita poi che appena entri dentro casa qualcuno riesca a spazzare via tutte le endorfine, ma questo è un altro discorso).
Il mese di ottobre si chiude con 300 chilometri di corsa, in netto aumento rispetto ai mesi precedenti (tutti sui 260 chilometri), dovuto soprattutto ai 4 lunghi domenicali che mi sono sparato (30, 32.5, 35, 36.5).
Fuori splende il sole, ripenso a ieri e mi sento forte, abbastanza per affrontare questa giornata in un ufficio deserto.
Buone corse.
Commenti
è bellissimo, sarebbe il mio epitaffio..... :D
36km alle 5 di mattina giusto per correre? cose da non crederci! ma lo sanno a casa? eh he he
Corro i 30km a Ostia da chi non finisce i 42km sotto a 3h e 30 e fai allenamenti in surplace da chi puo' chiudere sotto a 3h.
L'importante e' che per una volta mandi in gara il tuo "io" giusto.
Alessio, purtroppo (o per fortuna) la missione è confermata, quindi anche volendo firenze me la sogno.
Ste, Livorno non sarebbe stata male, ma è proprio a ridosso della partenza... quasi quasi
Quello che ha scritto webrunner è quello che volevo spiegarti io: se questi sono i tuoi tempi di allenamento allora la maratona la devi fare a 4'16''. Io modestamente mi alleno poco sotto i 5 ed infatti ho chiuso la maratona a 4'42''... Se invece è una gara quella che fai ogni mattina allora ci sta tutto che poi ogni tanto rallenti: si chiama stanchezza...