UN House - Tompin: nuovo stop
Dopo mesi di silenzio,
rieccomi sul blog. In realta’, di notizie interessanti da raccontare non ce ne
sono. Gli ultimi mesi li ho passati cercando di rimettermi in forma per poi
puntare ad un obiettivo qualsiasi, quello ideale essendo un 70.3, quello
intermedio un paio di olimpici. Non ci saranno grandi cose da raccontare
nemmeno nel futuro prossimo, ma voglio cercare comunque di mantenere un piccolo
diario sulla preparazione, i piccoli successi e insuccessi che incontrero’ sul
cammino.
Gli ultimi anni
sono stati caratterizzati da diversi problemi ai tendini d’achille che
sembravano sulla via di risoluzione dopo aver visitato un fisioterapista in Indonesia. Dopo
diverse sedute di fisioterapia ed esercizi specifici, il dolore alle caviglie
andava diminuendo fino a permettermi di correre e prepararmi abbastanza bene
per l’olimpico di Bintan che poi non ho disputato per altre ragioni. Nonostante
la missione in Sud Sudan e il trasferimento della famiglia in Uganda, sono
riuscito a mantenere un livello minimo d’allenamento. Poi, con l’arrivo della
mia bici (ribatezzata Optimus Prime!) a Juba, ho aumentato piano piano i volumi d’allenamento, fino a 6-7
ore a settimana, di bici e corsa, con una o due sedute di nuoto a settimana.
Per la corsa, chilometraggio ridotto a 6-8 chilometri ad uscita, in attesa di
eliminare del tutto il dolore ai tendini. Dopo l’allenamento di corsa del 21
gennaio, avvertivo un fastidio al polpaccio che mi consigliava di fermarmi. Ho
continuato ad andare in bici e nuotare, fino a quando il dolore era
completamente sparito. Erano anni che non mi sentivo cosi: niente dolore ai
tendini, nemmeno toccandoli e pizzicandoli, niente, nulla. Perfetto. Troppo
bello. Infatti, ieri, dopo la giornata di lavoro, decido di tornare a casa di corsa,
circa 8.5 chilometri, prevalentemente in discesa con qualche salita leggera.
Tanta polvere, strada abbastanza disconnessa, ma nulla di che. Dopo nemmeno 4
chilometri di corsa leggera, sotto un caldo soffocante, sento uno “stoc” al polpaccio
destro, appena sopra il tendine d’achille, e un dolore molto forte. Stop. Per
fortuna passava una macchina dell’ufficio, che ho preso al volo per tornarmene
a casa, molto sudato, sporco e molto depresso.
Ora ovviamente
devo fermare bici e corsa e vedere come evolve la situazione.
Intanto, in Sud
Sudan, nulla cambia. Sono mesi che aspettiamo la grande offensiva, ma per
fortuna, a parte qualche bombardamento in alcune zone al nord del paese, non ci
sono stati scontri di rilievo tra le diverse fazioni. La situazione della popolazione rimane molto grave e le sofferenze che devono patire non sono
descrivibili. Almeno io non ne sono capace.
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