Mesi che scrivo
poco o niente, perché poco o niente ho da dire, ma mi leggere gli amici che
continuano a farlo, e va bene cosi. Scrivo poco o niente, ma continuo ad
allenarmi, senza proclami, in silenzio. L’obiettivo ormai è nel mirino, devo
aggiustare la mira, registrarmi e finalizzare. Un viaggio con tutta la famiglia
in Austria, partendo dall’Uganda, è un bell’investimento, considerando che poi
a luglio ci toccherà tornare in Europa, e poi chissà dove ancora. L’Austria
dunque, in quel di St Polten, un 70.3 poco lontano dalla città dove sono
cresciuto e che non visito da quasi 20 anni.
Non posso fare
brutta figura, quindi ci sto dando dentro, ma senza troppo stress, come al mio
solito. Tre-quattro giorni a settimana mi accontento di un solo allenamento, il
resto della settimana cerco di infilarcene due. In questo modo raggiungo
abbastanza agevolmente le 10-11 ore di allenamento settimanale, 250-280 chilometri
di bici, 20-30 di corsa e una nuotata di almeno un paio di chilometri. Al
momento cerco solo di stabilizzare la routine e assicurarmi che caviglie e
tendine d’Achille tengano. Le precauzioni non sono mai abbastanza e l’infortunio
è sempre dietro l’angolo.
Per il resto, tutto
procede come al solito. Il Sud Sudan non cambia, le cattive notizie marcano a
uomo quelle buone, sembra che non si vada avanti ne indietro, sospesi, immobili.
Quante cose vorrei dire a questo punto, ma non saprei da dove cominciare e
forse non riuscirei nemmeno a finire. So solo che quando me ne andrò da qui,
questo paese mi mancherà. E’ un paese che non ti permette di rimanere
indifferente, ti provoca slanci di amore e di odio. E’ un paese con tutte le
contradizioni tipiche dei paesi africani, grande potenziale umano e naturale,
tanta corruzione e violenza gratuita.
Passo, chiudo, i
rulli m’aspettano.
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