Madagascar...

... non il cartone, ma l'isola dove mi trovo adesso. Fuori piove, fa freddo. Dalla piazza del mercato arriva musica. Vedo gente e tanti colori. Oggi è il primo agosto. Dovrei trovarmi in vacanza con moglie e figlie, invece mi trovo in questo paradiso da solo, ma per lavoro, con intorno frotte di turisti con le loro guide e i loro zainetti.
Tutto è iniziato qualche settimana fa. Stavo gestendo una grossa rogna con dei pesticidi bloccati in un aeroporto in Georgia, quando mi chiamano dei colleghi con due parole magiche: cavallette, Madagascar. Da quell'istante è iniziata l'odissea. Io che faccio un punto fermo della mia vita di uscire dall'ufficio alle 5 in punto per stare con la mia famiglia, mi sono ritrovato ad uscirne ad orari inconciliabili, tanto che abbiamo deciso di separarci. Separarci nel senso che mia moglie e le bimbe sono andate dai nonni in Calabria, ed io sono rimasto a Roma a lavorare fino a notte, sabato e domenica inclusi. Poi, ho preso qualche aereo e mi sono ritrovato ad Antananarivo e vedere finanziatori, lavorare sulla strategia di lotta da adottare e organizzare il lavoro. Ero partito per stare poco più di cinque giorni, poi la missione è stata prolungata e chissà quando farò ritorno. Del lavoro non ne parlo, mi nausea. Non ce la faccio più a pensare agli elicotteri che dobbiamo portare nel paese, ai centinaia di migliaia di litri di pesticidi, agli aerei cargo che dobbiamo organizzare, alle pratiche di sdoganamento, ai soldi che serviranno per fare girare tutta la giostra, il tutto prima che arrivino le piogge che impedirebbero qualsiasi spostamento via terra.
Vorrei parlare di Antananarivo, ma anche di questa città posso dire ben poco, rinchiuso in albergo o in ufficio ne ho visto ben poco. Ma come al solito, questo ben poco è incredibilmente bello. La città è arroccata su dei colli. Dei colli veri, non come quelli di Roma che fatichi a riconoscere. Le strade strette si inerpicano verso l'alto con mille curve, tutte lastricate di sanpietrini, costeggiate da casette di color marrone chiaro, deliziose ed invitanti. Qui, trovi arte dappertutto. C'è musica ad ogni angolo di strada, un artigianato ricchissimo, pittura, scultura. C'è di tutto e lo vedi in ogni dettaglio della vita quotidiana. Nulla è fatto a caso. In ogni particolare senti e vedi che è stato fatto per risultare bello.
Non parlo poi del cibo. Semplicemente squisito. Mi dicono che lo chef dell'albergo nel quale risiedo è uno dei migliori della città. Non stento a crederlo. Anche un semplice uovo al tegamino diventa un'opera d'arte, un'esplosione di gusti.
Anche i nomi delle persone sono delle poesie. Incontro gente che di cognome fa "Rakotoarimanana" oppure "Randriamampianana". Poesia, appunto.
La corsa, ormai, è solo una leopardica rimembranza. Già a Roma riuscivo a correre poco. Da quando sono qui, sono stato tre volte in palestra sul tapis roulant. Le maratone me le sogno la notte. Non dispero di riuscire ad essere pronto per Firenze, ma ci vorrà un cambio di marcia non indifferente nelle prossime settimane.
Buone corse.

Commenti

GIAN CARLO ha detto…
Sempre un piacere leggerti... spero di vederti presto o alla partenza di qualche gara o al biscotto o i in villa.
nella vita il bicchiere è sempre a metà, vederlo pieno o vuoto sta a noi.
Ultimamente il mio lavoro è super stressante, ma lavoro ad un km da casa e non vedo che quello spicchio di micromondo.. certo, correndo al lavoro, mi avanza il tempo per correre fuori.
Chi sta meglio ?
MFM - bummi ha detto…
Come dice giustamente Gian Carlo leggere questi tuoi post di trasferte lavorative è sempre un piacere.
Leggendo te e trasferendo certe tue considerazioni sulla mia vita mi convinco che alla fine stare bene o male è una questione di testa e basta. La routine a Roma può essere mille volte più logorante dei tuoi soggiorni in terre lontane lavorando come un pazzo per 15-20 ore al giorno. Alla fine la vera differenza è la soddisfazione personale che ricaviamo da quello che facciamo. Che sia una maratona, un carico di pesticidi da far arrivare o un fine settimana con mille e passa chilometri in macchina per porare la famiglia dai suoceri in Calabria cambia poco.
Spero davvero di vederti presto in autunno. Dobbiamo ancora organizzare una bella cena con le nostre families. ;-)
Tosto ha detto…
Allora esisti!
In effetti dopo un po' il tuo lavoro mi logorerebbe, son troppo stanziale.

Ma tu vedi posti che io vedo sui documentari.
Ohh, chi paga? Berlusconi?
Luca "Ginko" ha detto…
Ciao Karim è un po' che non ti leggevo. Mi spiace per la lontanaza dalla tua famiglia. Purtroppo viagginado anche io per lavoro so cosa vuol dire. Buone CorSE!
insane ha detto…
Benritrovato!
Lavoro attraente e difficle il tuo,tieni duro.. ;)
Pimpe ha detto…
ciao Karim, bentornato ;-)
hai bisogno una mano ?
faccio domanda ...
Anonimo ha detto…
Всем привет!

Недавно перед мной встала задача, куда деть накопишиеся [b]европоддоны[/b], или еще их называют [b]Паллеты[/b],
[b]Поддоны[/b], [b]Европаллет[/b]ы Размеры 800*1200, 1000*1200- Это [u]Тара Пром назначения[/u].
Немного предистории.
Сам я тружусь кладовщиком на складе. Нам приходит много продукции на [b]Европоддонах[/b],
товар продаем а поддоны остаются, у нас возник вопрос куда их девать.
Раньше мы их выкидывали.
Потом мне подсказали, что за поддоны можно получить деньги.
Начал обзванивать фирмы везде были цены дешевые,
потом приятели мне подсказали, что в Челябинске есть такая Фирма "[b]Уралсклад[/b]",
около 10 лет на Рынке Промышленной Тары с прекрасной репутацией.
Я нашел их сайт в интернет - [url=http://www.uralsklad.ru]www.uralsklad.ru[/url] и позвонил по тел. +7(351) 233-07-14.
Буквально через час подъехал их представитель, Авто с Логотипом "[url=http://www.uralsklad.ru]Поддоны Челябинск[/url]".
Цены закупочные оказались самые высокие в г. Челябинске.
Все цивилизовано грузчики загрузили [b]Паллеты[/b] ешё и лом поддонов купили, расчитались на месте наличными.
Про другие фирмы я узнавал либо Цены низкие, либо Бракуют много, да и денег от них не дождешься.

Так что если у вас завалялись [b]европоддоны[/b], не торопитесь их выбрасывать, лучше обменяйте их на деньги.