Mi sto rompendo il cazzo in ufficio quindi vi racconto della mia 70.3 a Dubai
Sono in ufficio e
non ho proprio voglia di fare un cazzo. Momento perfetto quindi per scrivere
qualcosa sul blog...
Dubai è Dubai. La
si può amare o odiare, trovarla insignificante o bellissima, di sicuro non ti
lascia indifferente. Per me e per la famiglia era la prima volta che ci
andavamo e siamo rimasti scioccati. E’ un posto artificiale, che non dovrebbe
esistere, eppure c’è ed è fatto in modo tale da offrirti il meglio del meglio e
a sfilarti soldi dal pantalone. Siamo a Dubai per la gara 70.3 e ci portiamo da
Addis Abeba un pò di raffreddore. La temprature a Dubai è fresca, la sera fa
addirittura freddo. Abbiamo scelto un alberghetto vicinissimo al Burj Khalifa,
il grattacielo più alto del mondo, una cosa impressionante. La zona gara si
trova verso Burj El Arab, l’albergo a 7 stell a frma di vela sul mare, un pò
lontano ma con il taxi ci si arriva in poco tempo. La registrazione la facciamo
al volo mercoledì mattina, poi dedichiamao la giornata a passeggiare e visitare
alcune attrazioni. Giovedì mattina vado a depositare la bici e le sacche, poi
mi stendo sul letto mentre la mia famiglia fa shopping. Il raffreddore peggiora
e comincio a riempirmi di paracetamolo, senza accorgermi che le pasticche
contengono anche caffeina... La notte la passo in bianco, contanto le pecore e
con gli occhi aperti. Alle 3.30 cominicio a nutrirmi, alle 5 sono in taxi,
quindi in zona T1 a dare un’ultima controllatina alla bici.
Sono tranquillo,
mi sono allenato abbastanza bene e l’unico timore che ho è un dolorino nell’interno
coscia sinistra manifestatosi un paio di settimane fa. Mi avvio verso la zona
partenza. L’acqua sembra gelata. Alle 7 partono i PRO, poi rolling start. Mi sono
posizionato con i partecipanti da 40-45’ un pò ottimisticamente ma me la voglio
giocare. Passettino dopo passettino, mi ritrovo a fissare il monitor con il
countdown. Bing, premo lo start del garmin, pochi passi e mi tuffo in acqua. Nella
baia l’acqua è calma. Faccio bracciate lunghe e rilassate. Dopo 2-300 metri ci
ritroviamo in mare aperto e la musica cambia. Onde alte e frequenti, difficile
tenere un ritmo di bracciate regolare, impossibile avvistare la direzione.bevo
acqua di mare, improvviso qualche bracciata a rana e poi decido di rimanere
calmo e seguire il piano: bracciate regolari e non pensare ad altro. In qualche
modo arrivo alla irata verso destra e nuotiamo parallelamente alla spiaggia.
Nuotare diventa più facile e mi accorgo con enorme sorpresa che sto sorpossando
della gente... mai sucesso prima! Altra virata a destra, sole dritto ngli
occhi, lenti chiare, non vedo più un cazzo. In qualche modo mantengo la
direzione e sono fuori dal mare. Stoppo il garmin: 42’, proprio il tempo che
speravo di fare e che ovviamente non mi aspettavo viste le condizioni.
T1 tranquilla. Mi
preparo per una bella rimonta durante la frazione bike. Dop dieci minuti,
appena mi assesto, ingoio mezzo gel, come da programma. Tempo 1 minuto e mi
viene un crampo allo stomaco. Ho difficoltà a stare in posizione aerodinamica e
il vento contrario è forte. Mi porto appresso il dolore allo stomaco fino al
45esimo chilometro. Impossibile mangiare barrette e bere gel. Dopo un breve
pit-stop, il dolore diminuisce, ma per par-condicio, si riacutizza quello alla
coscia. Per qualche chilometro godiamo di vento a favore che ci aiuta ad alzare
un pò la media, poi, di nuovo vento contrario fino alla fine. Verso il 60esimo,
mi si affianca un gruppo di stronzi, mi si paran davanti e rallentano. Per essere
ligio alla no-draft policy, li sorpasso tutti e mi metto davanti. Pochi chilometri
ed ecco che mi si riparano davanti e rallentano. Questo giochetto va avanti 4-5
volte quando sbotto che sembriamo una squadra durante un time trial. Quindi,
scalo, spingo e me li lascio dietro definitivamente, bruciando le mie ultime
energie.
Arrivo in T2
ancora un pò dolorante. Mentre il nuoto era andato esattamente come da
programma, la frazione bici no: 2:49 invece delle 2:45 preventivate. Ma nulla
era ancora perso. Parto per la frazione corsa ma subito capisco che non riesco
a tenere il ritmo di 5’20” previsto. Nonostante riesca a mangiare qualche
banana e bere qualche red bull, non mi ricarico e rallento inesorabilmente. Chiuderò
la corsa in un misero tempo di 2:07 per un tempo totale di 5 ore e 50 minuti.
Tempo misero, ma felicissimo di avere ancora tagliato il traguardo di un 70.3 (dopo
il disastro di Skt Pölten e l’avventura in Turchia).
Riepilogando: il
70.3 di Dubai è sicuramente una gara da considerare. La location è
spettacolare, il clima fantastico, l’organizzazione ottima. Da migliorare la
comunicazione. Dare come unica indicazione per la registrazione "Jumeirah Open
Beach” è fuorviante per chi non conosce la città. Il primo tassista ci ha
lasciato a 15 chilometri di distanza. Era troppo difficile indicare con punto
di riferimento l’hotel Burj Al Arab, conosciuto in tutto il mondo?
Il percorso bike è
la corsia di sinistra di una autostrada nel deserta, separate dalle auto solo
con dei coni arancioni. Ho visto con i miei occhi una ragazza scivolare e
attraversare strisciando due corsie. Per miracolo non passavano macchine in
quel momento. Questo sarebbe un aspetto da migliorare sicuramente. Percorso piatto
e potenzialmente veloce, se non fosse per il vento!
Percorso run,
piatto e veloce, ben rifornito, nulla da dire.
Alla prossima rottura di coglioni, breve rendiconto del 70.3 in Turchia, 15 ottobre 2017. Fantastico!
Un saluto da una ridente Addis Abeba.
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