Triathlon Olimpico di Bali 2013
La dolcezza di
passare il traguardo dopo aver nuotato, pedalato e corso sulla dustanza
olimpica, l’amarezza per la sfica avuta. Ecco il riassunto della mia gara di
triathlon olimpico di Bali.
Martedi scorso,
ultimo allenamento di nuoto. Ci vado di corsa, faccio i miei 1500 metri prima
di rimettermi le scarpe e tornare a casa. Durante il percorso sento un leggero
dolorino al polpaccio sinistro, appena sopra al tendine d’achille. Mi preoccupo
un po’, non faccio piu’ allenamenti per tutta la settimana sperando di non
avere ulteriori noie durante la gara. Si parte venerdi sera con tutta la
famigliola al seguito. Ci sistemiamo in una villetta molto carina nella zona di Jimbaran ad un paio di
chilometri dall’Intercontinental, centro logistico della gara.
Sabato mattina
faccio fare il check-up alla bici, ritiro pettorale e tutto il resto e mi
meraviglio dell’efficienza della macchina organizzativa. Tutto risolto in
pochissimi minuti. Durante il briefing arriva Chris Lieto, un’altra macchina
costruita per eccellere nel triathlon.
Domenica mattina
mi sveglio tranquillo. So di essermi allenato bene e l’unica incognita che ho
sta nel caldo che incontreremo. Alle 6 sono in zona cambio, preparo bici e tuto
il resto, e vado tranquillo verso la partenza. Sopra di noi, un paio di droni
muniti di video camera. Impressionanti.
Ore 7 in punto,
si parte. Siamo circa 200 atleti impegnati sulla distanza olimpica. Lo sprint
partira’ 23 minuti dopo di noi. Il nuoto e’ un triangolo rovesciato, la prima
boa sta a circa 400 metri, virata a destra, seconda boa a 600 metri e poi nuova
virata a destra verso la spiaggia a 500 metri. Parto tranquillo, non prendo
calci, ma qualcuno lo dispenso. Sorry guys, non l’ho fatto apposta. Riesco a
tenere un ritmo costante, traiettoria abbastanza dritta. Esco dall’acqua i 38
minuti, un tempo un po’ di merda, m’aspettavo meglio, forse le corrrenti, o
forse l’ho presa troppo comoda. Esco dall’acqua, zona cambio, inforco la bici e
parto per i 40 chilometri di bike. Il percorso prevede un doppio giro sulla
tangenziale di Bali, con una piccola escursione su per i monti durante il
primo giro. Comincio a sorpassare alla grande, alla grandissima. Solo un atleta
con super bici professionale, e anche buone gambe, mi sorpassera’. Sulla
tangenziale ci sarebbe una corsia riservata per la gara, ma i poliziotti sono
pochi e molti motorini invadano la nostra corsia. Verso la fine
del primo giro, il traffico diventa intenso, macchine, motorini sulla nostra
corsia, diverse volte tocca fermarsi e cercare vie alternative sui marciapiedi
per passare. Un casino. Arrivato alla rotonda dove gli atleti olimpici devono
girare e tornare indietro c’e’ un blocco totale, tanta confusione e pochissimi
cartelli. Un volontario mi fa cenno e mi dici di andare dritto. Gli grido che
sto facendo la distanza olimpica, quello annuisce e mi dice di andare dritto.
Nell’incertezze faccio la cazzata di assecondarlo e dopo circa 3 chilometri mi
ritrovo all’arrivo. Cazzo. Mi cascano le palle. Ho voglio di mollare.
Bestemmio, giro la bici e mi rimetto in un traffico assurdo per riprendere la
tangenziale. Casino ancora piu’ assurdo, siamo fermi in mezzo a macchine e
motorini, senza nessuno spazio per passare. Per andare avanti passo il guard
rail e vado contromano. Al ritorno, stessa storia. Ci mettero’ un’ora e 34
minuti per 40 chilometri di bici. Finisco il secondo giro, vado in zona cambio,
metto le scarpe da corsa e vado. Il percorso e’ abbastanza collinare, con una
salita chiamata con poca fantasia “heartbreak hill” posta dopo il primo
chilometro. Al terzo una fitta tremenda al polpaccio mi costringe a fermarmi. Il
solo poggiare il piede a terra mi fa malissimo. Medito di fermarmi e tornare
indietro. Penso che due ritiri in due gare sono pero’ un po’ troppi. Vado
avanti zoppicando. Non riesco a correre per piu’ di 100 metri prima che il dolore
diventi insopportabile. Al quinto mi fermo, verso un po’ d’acqua sulla gamba,
massaggio la parte, mi rimetto al passo cercando di corricchiare un po’. Al
settimo, riprendo una corsa leggera, trovo un punto di appoggio non troppo
doloroso, aumento il passo, sorpasso tre o quattro davanti a me e chiudo i 10
chilometri nel tempo stratosferico di 1 ora e 6 minuti.
In condizioni normali,
avrei chiuso i 10 chilometri sotto i 50 minuti senza sforzo. In bici, lasciando
perdere il tempo perso nel traffico che e’ stato piu’ o meno uguale per tutti, senza
l’errore avrei fatto almeno 15 minuti di meno. Teoricamente, sarei sceso
abbondantemente sotto le 3 ore, e mi sarei piazzato nella top 10 della mia
categoria. Praticamente, mi ritrovo 90esimo su circa 160 partecipanti. Sono
uscito 115 dall’acqua e nonostante tutto ho rimontato qualche posizione.
Morale, o sono veramente scarso a nuoto, o gli altri sono veramente scarsi in
bici e in corsa o, molto piu’ probabilmente, un mix di tutti e due.
Ora mi ritrovo
con un polpaccio grosso come un melone, il dolore si e’ acutizzato durante la
giornata di ieri e questa notte. Questa mattina ho fasciato la gamba e almeno
riesco a camminare anche se zoppico vistosamente.
Di questo weekend
conservero’ dei buonissimi ricordi. La gara era organizzata bene, c’era la
giusta atmosfera, la “location” era stupenda. Il nuoto in mare ok, il giro in
bici era anche molto bello, ma rimane tantissimo da fare per controllare il
traffico, sia per la regolarita’ della gara, sia per l’incolumita’ dei
concorrenti. Poca polizia, pochi volontari, per lo piu’ concentrati in alcuni
punti, lasciando sguarniti ampi tratti di strada invasi da macchine e motorini.
Percorso corso per niente male, bello duro, soprattutto con il caldo umido dell’estate
balinese.
Sono soddisfatto
di me. Sono contento di non essere caduto nello sconforto, di aver saputo
reagire in un paio di momenti critici e di aver portato, anche se con un
cronometro ridicolo, il culo fino al traguardo.
Ora si guarda avanti, intanto guarire bene, e poi riprendere, obiettivo un 70.3 a dicembre.
Commenti
1) ti rifarai e alla grande
2) Nel nuoto non puoi peggiorare... davvero
3) In bici non puoi peggiorare... davvero
4) In corsa non può risuccederti quel che ti è accaduto.
PS
Critico la prima riga del post: ...So di essermi allenato bene...
Dai... non hai fatto un cazzo fratello e lo sai !
Bella Karim, se ce la fai prenotati un 70.3 marchiato ironman e vedrai che non avrai intoppi di nessun tipo (polpaccio permettendo ovvio)