Onde, particelle e universi paralleli
Oggi non so se mi
sento di piu’ particella o onda, o meglio, non so se devo comportarmi come una
particella o come un’onda. Esperimento interessante, degli elettroni venivano sparati
verso un pannello con due fenditure per vedere come andavano a distribuirsi su
un secondo pannello posto dietro al primo. A seconda del fatto che venivano
osservati o meno, questi elettroni si comportavano in maniera diversa, come
particelle se venivano osservati, o come delle onde se non venivano osservati.
Ma il mistero diventava ancora piu’ profondo usando un altro trucchetto, tipo
sparo gli elettroni e non li osservo, poi appena passano le fenditure comincio
ad osservarli per vedere cosa succede. E succede che non osservandoli, questi
elettroni si comportano come particelle, poi quando si comincia ad osservarli
si comportano come onde. Ma il bello e’ che si comportano come onde dall’inizio,
dal momento dello sparo, cambiando praticamente la loro storia, il loro
passato. Non voglio entrare nel merito prettamente tecnico perche’ non e’ che
gli elettroni li vedi e non voglio nemmeno pormi il problema di come si faccia
a decidere di osservarli o meno, non e’ che decidedi di tenere gli occhi chiusi
e poi quando passano le fenditure, li apri per beccarli. Ma tralasciando tutto
questo, questo esperimento ci dice che la realta’ e’ fatta da tutte le
possibili storie, tutte accadono contemporaneamente, universi infiniti, contigui
ma non comunicanti.
Porca miseria.
Sono sicuro,
sicurissimo che in un universo parallelo, vicinissimo, ci sono io campione del
mondo di maratona. Si, perche’ mi ricordo come se fosse successo ieri, invece
parliamo di almeno 25 anni fa, di una corsa organizzata dal maestro di
educazione fisica per selezionare la squadra di corsa su lunga distanza. Avevo
13/14 anni e il luogo scelto era il parco del palazzo “Clam Galas” a Vienna.
Bisognava fare il giro del parco, eravamo un gruppo di ragazzini e tra loro
diversi nord africani. Non so perche’ partecipai, forse perche’ ero scuretto di
pelle e si sa che corriamo piu’ veloce... Non avevo mai corso in vita mia ma
partii di slancio e mi ritrovai solo davanti, stavo vincendo e non avevo
rivali. Non ero ancora in vista del traguardo quando vedo davanti a me un
cazzetto di metallo, una specie di colonnina posta in mezzo al sentiero, alta
circa 50 centimetri. Sono solo davanti, il traguardo e’ vicino, posso passare a
destra o a sinistra del cazzetto,ma decido di saltarci sopra. Passando sopra al
cazzetto, il mio ginocchio ci sbatte sopra (credo fosse quello destro), mi
sfracello a terra e riporto una bellissima ferita al braccio destro, un paio di
punti di cui porto i segni ancora oggi. Stordito, sanguinante, cerco di rialzarmi
e rimettermi in moto, ma il gruppo di inseguitori mi raggiunge, mi passa ed io
transito come ultimo, fuori dalla squadra. Solo 20 anni dopo ricomincero’ a
correre.
Ora, sono sicuro
che in un universo parallelo, decido di passare a destra del cazzetto, vinco
facile, entro a far parte della squadra,
comincio ad allenarmi seriamente, divento un grande campione di corsa, magari
partecipo a qualche olimpiade e oggi, a 42 anni suonati sono ancora un favorito
dell’Ironman di Kona. Oppure, decido di passare a sinistra, vinco facile, entro
a far parte della squadra, comincio ad allenarmi seriamente, i primi successi
mi danno alla testa, a 20 anni abbandono lo sport e a 42 anni suonati sono
stravaccato sul divano a guardare Sampdoria-Inter mangiando una frittata e
bevendo una peroni.
Qualunquee sia
laa mia vita in uno di questi universi paralleli, sono contento di essere in
questo universo.
Questa mattina
sveglia alle 4.45, caffe’ e via per le strade di Jakarta in bici. Sono una
particella lanciata qquasi alla velocita’ della luce, nonostante ci sia ben
poca luce e debba procedere con molta cautela. Verso le 5 e 40 comincia a farsi
luce e comincio ad aumentare la velocita’. Erano 2 settimane che non salivo in
bici ed e’ stato molto bello. Ho fatto circa 45 chilometri a 32 di media,
considerando che la prima parte sono andato molto piano e al ritorno, glu
ultimi 6-7 chilometri, ero rallentato dal traffico con numerose soste ai
semafori. Sensazioni veramente ottime e tanta voglia di ricominciare a spingere
sui pedali.
Ora sono in
ufficio e come detto nell’incipit, non so se devo comportarmi come una particella
e fulminare tutti quelli che mi rompono i coglioni o se e’ meglio essere un’onda
e affrontare i rompicoglioni in maniera piu’ soft, piu’ avvolgente e piu’
persistente.
Buone corse!
Commenti
"pietà l'è morta..."
oggi nuoto dopo una settimana dalla cervicalgia! vedremo...
buona giornata!
approccio soft tutta la vita...non ha senso diventare incazzosi per gli altri...in pratica la maggior parte della giornata la passo a far da "mediatore" tra i miei colleghi della filiale e quelli della sede di Roma...se fosse per loro passerebbero le giornate ad insultarsi..mah...
Approccio soft? Secondo me tu sei uno di quelli che s'incazzano poco, ma quando s'incazzano son cazzi...
ah...poi in reparto tornavamo sorridenti come prima! :-D
io invece sto diventando sempre più pigro ... oggi continuavo a sollecitarmi per trovare la voglia di uscire, una corsa, un giro in bici, ma niente da fare c'è un tempo di schifo che non invita e io sto invecchiando :(