Sono seduto a
poppa della nave, vento in faccia, e ripenso agli ultimi giorni, un salto nel
tempo che mi ha riportato agli inizi della mia carriera professionale, quando “sul
campo” ci passavano giorni che diventavano settimane e poi mesi, le mille
colline del Ruanda, la terra arida e dura della Somalia, dove parlavo con gli
agricoltori sulle loro terre e nelle loro case, trattavo con bande armate,
dormivo per terra, cacavo nei campi, mi facevo la doccia con bottiglie d’acqua
marrone, facevo interminabili viaggi in macchina, ogni blocco stradale una
piccola preghiera affinche’ tutto andasse bene (a quei tempi ero ancora
credente...), camminate e sudore sulla fronte. Che tempi! Poi, con l’esperienza,
il lavoro si trafserisce sempre di piu’ lontano dal campo, in citta’ sempre
piu’ grandi, cosi come le scrivanie dietro alle quali mi siedo. Il campo piano
piano sparisce, mi ritrovo a fare “missioni” nelle capitali, a parlare con gente
del ministero, di altre agenzie o istituzioni a parlare di e per conto di gente
che non conosco. I “beneficiari”... figura sempre piu’ mitica per gente come
me, che ha perso il contatto con “il campo”. Poi succede che sei chiamato a
fare una missione di monitoraggio di un progetto di cui sei responsabile, da
lontano pero’... Cerchi delle scuse per non andare, ma ti tocca. Il sito non e’
raggiungibile in aereo, nemmeno con la macchine, ci vuole una traversata di
almeno 10 ore in barca a seconda del tempo e delle condizioni del mare, arrivati
li strade non ce ne sono, difficolta’ di accesso e movimento, niente
elettricita’, niente internet, ma ti tocca e allora vai. E sono andato. 5
giorni, un viaggio aereo fino a Padang, poi una barca affittata per tutta la squadra
(io, i donatori, altre agenzie collaboratrici, il governo centrale, provinciale
e distrettuale) che salpa alle 11 di sera con la marea per una navigazione di
circa 8 ore, arrivo a Tua Pejat nell’isola di Sipora, prima riunione nel
mattino, al pomeriggio si riparte per l’isola di Pagai Utara, a Sikakap dove
arriviamo nella notte, un p[aio di giorni di monitoraggio sul campo, e poi
ritorno a Padang e aereo per Jakarta.
I due giorni
nelle isolette di Pagai Utara e Pagai Selatan rimarrano per sempre nella mia
memoria perche’ sono tornato bambino, con la moto da cross per stradine
sterrate nella giungla a visitare i nostri beneficiari, parlare con loro nel
caldo e nell’umidita’, mangiare insieme a loro, vedere come stanno andando le
cose, riprendere le moto e giocare a fare il motocross per raggiungere la
destinazione successiva. Mi sono divertito, vero, ma e’ stato bello perche’ e’
stata l’occasione che mi ha permesso di ricordarmi perche’ faccio questo
lavoro. Ho parlato con gente che due anni fa si e’ vista portare via tutto da un’onda
gigantesca di Tsunami, ho parlato con un padre che non e’ riuscito e trattenere
suo figlio che teneva tra le braccia, gente che da due anni vive in “case” di
legno provvisorie in condizioni sanitarie pessime, gente che nonostante tutto
ha la schiena dritta e combatte ogni giorni per non soccombere. Diversi
villaggi devono essere ricostruiti in zone piu’ sicure, poi ci si mette la
burocrazia, la protezione dell’ambiente, il rifiuto di altre comunita’ di
costruire sulle loro terre, e passano gli anni e questi che aspettano senza
poter fare nulla, nemmeno coltivare le terre sulle quali sono ospitati.
Sono ripartito
con la ferma intenzione di fare del mio meglio per aiutare il piu’ possible
queste comunita’, ma gia’ prima di completare la travesata, la realta’ aveva
ripreso il sopravvento. Ma cosa posso fare io, non sono un santo, ne un eroe,
per qualche giorno parlero’ di voi e cerchero’ di sensibilizzare altri, ma poi
altre emergenze, altre situazioni s’imporranno, e ...
Qualche foto per dare l'idea....
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Nella foresta, piantagione di cacao |
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Attraversamento guado su zattera |
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Delfini venuti a salutarci al momento della nostra partenza |
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La nostra barca al mattino presto |
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Pescatore tra le isole Pagai Utara e Selatan |
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La mia moto... |
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Prova foto artistica, pescatore all'alba |
L’allenamento per
il prossimo appuntamento agonistico sta andando avanti, tocca solo capire quale
sara’ questo appuntamento agonistico... La corsa sta migliorando, riesco a
correre per piu’ giorni consecutivi senza avvertire dolore. Sabato ho tenuto
una media di 4’30”/k per circa un’ora, e oggi ho replicato in maniera piu’
rilassata a 4’40”. Ieri sessioni bike con lunghi tratti a 38-40 km/h in gruppo.
Mia moglie l’ha presa seriamente e si allena con costanza ed attenzione.
Questo e’ tutto da una Jakarta ancora piovosa.
Commenti
:D
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